Il terzo vescovo di Sorrento: San Valerio
Sulla figura e sulla vita di San Valerio, non si è scritto tanto quanto si è ritenuto di fare per San Renato ed anzi quasi tutte le notizie che lo riguardano sono collegate proprio a colui che lo precedette alla guida della chiesa in Penisola Sorrentina (1).
Il fenomeno, probabilmente, è dovuto al fatto che sul suo conto non sono fiorite quella miriade di leggende e non si sono registrati quell’ infinità di innesti fiabeschi che, viceversa, hanno contaminato le bibliografia del primo Santo Patrono della Città del Tasso.
Anche per questo le notizie che ci restano del terzo Vescovo di Sorrento (e, in ordine temporale, secondo santo protettore della città) sono scarne ed essenziali, ma non per questo pienamente attendibili.
Al punto che, parlando di lui, Pasquale Ferraiuolo, opportunamente evidenzia: “Poche e contrastanti notizie si hanno circa questo santo vescovo sorrentino, sulla durata del suo governo pastorale e delle sue opere.
L’ antico ufficio del santo ci dice che era nato a Sorrento dalla famiglia de Apreda. Fu discepolo di San Renato e come lui predilesse la vita di solitudine, preghiera e contemplazione.
Non sappiamo con certezza in quale anno venne scelto dai suoi concittadini, né per quanto tempo governò la nostra chiesa: alcuni dicono nel 453, altri come il Patriarca Antiocheno, lo pongono tra il 499 ed il 595,
Nella prima lezione del suo antico ufficio si legge che “ancora in giovane età passo al cielo il 16 gennaio”. Alla sua morte i sorrentini ne seppellirono il corpo prima in una casetta attigua alla Chiesa di S. Severo, luogo dove aveva trascorso gran parte della sua vita prima di essere Vescovo, e poi lo traslarono nella chiesa, accanto a quello di San Renato” (2).
Di fronte a tanta penuria di informazioni certe è difficile perfino stabilire il periodo in cui San Valerio fu effettivamente Vescovo, ma – se fossero vere le indicazioni relative alla morte di San Renato, si dovrebbe ritenere che esso, per un breve periodo, fu alla guida della chiesa peninsulare a partire dal 450.
Fabrizio Guastafierro
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Note:
1 Tra i tanti testi disponibili si ritiene di fare riferimento a:
– Pasquale Ferraiuolo -“La Chiesa Sorrentina e i suoi Pastori” (pubblicato a Castellammare di Stabia da EIDOS Nicola Longobardi Editore, nel 1991, grazie alla Venerabile Congregazione dei Servi di Maria di Sorrento” pagine 33 e 34.
– G. Cappelletti, in “Le Chiese d’ Italia dalla loro origine sino ai giorni nostri”, tomo XIX, stampato a Venezia nel 1864, da pagina 675 a pagina 725
– F. Lanzoni in “Le Diocesi d’ Italia dalle origini al VII secolo”, stampato a Faenza nel 1927.
– D. H. Leclercq in “Dictionnaire d’ Archéologie Chrétienne et de Liturgie”, tomo IX, – si veda Listes episcopales, Italia, 48, Surrentum, coll. 1481-1482, stampato a Parigi nel 1931.
– P.B. Gams in “Series episcoporum Ecclesiae Catholicae“, stampato a Graz nel 1957, Italia, 114, Surrentum.
– P.F. Kehr in “Regesta Pontificum Romanorum, Italia Pontificia”, stampato nel 1961, VIII, Campania.
– Davide Romeo in “Quinque Divi custodes ac praesides urbis Surrenti”, stampato a Napoli nel 1577, da pagina 239 a pagina 270.
– A. Baillet, Les Vies des Saints”, stampato a Parigi nel 1739, tomo VII.
– Gio : Antonio Summonte, in “Historia della Città e Regno di Napoli”, edizione stampata a Napoli nel 1748, tomo II, a pagina 77
– Bollandisti in “Acta Sanctorum” Octobris”, edizione stampata ad Anversa nel 1770, Tomo III, da pagina 380 a pagina 395.
– Vincenzo Donnorso in “Memorie istoriche della fedelissima ed antica Città di Sorrento”, pubblicato a Napoli nel 1740, da pagina 53 a pagina 54.
– Antonino Cuomo – “Sant’ Antonino e i quattro vescovi santi protettori di Sorrento” – Stampato a Sorrento presso la Tipolito “La Sorrentina” nel 1991 per conto della Sezione Penisola Sorrentina della F.I.D.A.P.A. – da pagina 38 a pagina 41.
– Ferdinando Ughelli in “Italia Sacra sive de epircopis ltaliae”, nel sesto tomo della edizione stampata a Venezia, nel 1720, presso Sebastianum Coleti pagina 598.
2 Pasquale Ferraiuolo -“La Chiesa Sorrentina e i suoi Pastori” (pubblicato a Castellammare di Stabia da EIDOS Nicola Longobardi Editore, nel 1991, grazie alla Venerabile Congregazione dei Servi di Maria di Sorrento” alle pagine 33 e 34.