Le scoperte archeologiche
Capitolo VI
A dispetto delle incertezze e dell’ indeterminazione che, in un certo senso, ancora permangono a proposito dell’ intitolazione e dell’ ubicazione dell’ antica cattedrale sorrentina, le indagini archeologiche che hanno visto interessato il più importante edificio sacro della terra delle Sirene, nel corso dell’ ultimo secolo, hanno registrato interessantissimi sviluppi.
E’ stato a partire dall’ inizio del Novecento, infatti, che le ricerche condotte in materia hanno registrato una positiva accelerazione grazie alla individuazione di un significativo numero di reperti – oggetto di interessantissime pubblicazioni – che gli studiosi, unanimemente, attribuiscono proprio all’ antico Duomo della Costiera sorrentina.
Si tratta di svariate decine di frammenti marmorei (lastre, pilastrini, formelle, plutei, etc) risalenti a varie epoche che, oggi, consentono di ricostruire – sia pure idealmente ed almeno in parte – significativi particolari architettonici dell’ antica “chiesa maggiore”, nonché di immaginare alcune delle evoluzioni che riguardarono il suo arredo in un periodo compreso tra il IX ed il XII secolo.
Grazie ad essi, dunque, non solo si conservano eccezionali tracce del più importante antico tempio cristiano della penisola sorrentina, ma si possono individuare elementi dai quali trarre spunti utili sotto molteplici punti di vista e ricavare informazioni adatte per elaborare ipotesi verosimili tanto a proposito della sua intitolazione, quanto in ordine alla sua ubicazione.
Eppure, malgrado la crescente quantità e l’ indiscutibile qualità degli studi che finora sono stati pubblicati al riguardo, l’ argomento – se si eccettua una ristretta cerchia di addetti ai lavori – continua ad essere poco conosciuto.
Fabrizio Guastafierro
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