Cenni biografici del Cardinale Riccardo di Albano
Quella del cardinale vescovo, Riccardo di Albano è sicuramente una figura di fondamentale importanza per potere stabilire con certezza che il sacramentario “Ricc. 299”, custodito presso la Biblioteca Riccardiana di Firenze è in stretta correlazione con Sorrento e con la sua consacrazione celebrata il 16 marzo 1113.
Ciò non solo perché i suoi spostamenti in Italia (collegati a quelli di Papa Pasquale II) risultano illuminanti per comprendere logicamente quale siano le ragioni per la quali la città del Tasso sia l’ unica realtà da considerare ai fini dell’ individuazione della località dove si svolse la cerimonia di consacrazione, ma anche per individuare l’ alta dignità della porpora cardinalizia e del prestigio dalla stessa goduto negli ambienti pontifici.
Non a caso Johanes Ramaker ha avuto modo di evidenziare che la notizia riguardante la consacrazione di una chiesa da parte di uno dei membri maggiormente tenuti in considerazione nell’ ambito del collegio cardinalizio del tempo di allora, è di grande valore e di notevole interesse per stabilire la chiesa e per affermare esattamente quale sia quella che ha ricevuto la sua consacrazione, per l’ appunto, dalla mano del vescovo cardinale Riccardo di Albano, in occasione della domenica laetare dell’anno 1113.
Peraltro solo comprendendo la vera importanza del personaggio in questione, si può capire pienamente, quale valenza abbia avuto anche la stessa cerimonia di consacrazione da lui celebrata.
Prima di procedere oltre, quindi, appare quanto mai opportuno proporre qualche cenno biografico dell’ ormai molte volte citato Cardinale Riccardo di Albano
Di lui, parlando dei Cardinali creati da Papa Alessandro II, Riccardo Cardella, in “Memorie storiche de’ Cardinali di Santa Romana Chiesa” pubblicato a Roma nel 1792 (da pagina 154 a pagina 156 del Tomo Primo – Parte Prima) scrive: “Riccardo dei Riccardi nato di chiaro sangue nelle Gallie, fratelo del poc’ anzi mentovato Cardinale Bernardo, professò la regola di S. Benedetto in S. Vittore di Marsiglia e creato Prete Cardinale della Santa Romana Chiesa, e poi da Pasquale II, circa l’ anno 1100, Vescovo di Albano, fu da Gregorio VII sostituito circa il 1079, nella legazione di Spagna al Cardinale Bernardo suo fratello. Ivi celebrò un Concilio nella città di Burgos per la riforma del clero, che dimentico della santità del proprio carattere, e dei propri doveri, aveva preso il costume, o a meglio dire l’ abuso, di contrarre interdetti, e dannati matrimoni, e fu il primo, come scrive il Sig. Abate Riccy nelle sue Memorie Storiche della Città di Albano alla pagina 196, a stabilire il Ministero pontificio in quel regno presso Alfonso Re di Castiglia, come ricavasi dalle lettere di S. Gregorio VII al medesimo. Un altro ne tenne in Clermont nel 1110, dove furono coll’ anatema percossi e fulminati i persecutori della Chiesa Mauriacense. Fu in appresso spogliato della sua dignità da S. Gregorio VII, circonvenuto da false informazioni contro il Cardinale, quasi fosse fautore dell’ Antipapa Clemente III, conforme a ciò che scrive Roderico Toletano nel libro sesto capo ventisei. Venuto però il S. Pontefice al giorno della verità, ai pristini onori incontanente lo restituì. Rientrato per tanto nel novero dei Cardinali, concorse all’ elezione del nuovo Pontefice e maneggiò occultamente delle brighe per conseguire il Papato: scorgendo però le ambiziose sue mire svanite ed andate in fumo, procurò l’ esaltazione di Vittore III, dal quale, riputandosi egli non molto prezzato, suscitò nel 1087 lo Scisma dell’ Antipapa Silvestro. Convocato però Vittoer un Sinodo in Benevento nel mese di Agosto dell’ anno sopradetto, scomunicò solennemente il Cardinale Riccardo come sopra si è accennato. Estinto però lo Scisma, pentito, e dolente del commesso fallo, ottenne l’ assoluzione dall’ ecclesiastica censura, ebbe da Pasquale II la commissione di trasferirsi col carattere di Legato a latere nelle Gallie per assolvere il Re Filippo I dalla sentenza di scomunica, avendo prima quel Monarca abbandonata Bertranda sua concubina, e dati segni di costante, e verace ravvedimento. In cotale occasione il Legato celebrò un Concilio in Troies nell’ ano 1104, e un altro in Beaguensy diocesi d’ Orleans, e il terzo in Parigi riportati dal Labbè nel Tomo secondo della collezione dei Concilij alla pagina 1115, per condannare la simonia, e introdurre nel Clero una costante, e verace riforma. Nell’ anno seguente presiedè la Dieta di Magonza, in cui al proprio figlio Enrico V rinunciò l’ impero Enrico IV, il quale avendo a grande istanza richiesto al Cardinale Legato di essere prosciolto dalla sentenza di anatema, questi ricusò di compiacerlo, se prima non detestava lo scisma dell’ Antipapa Gilberto, protestando di riconoscere per legittimo Pontefice Gregorio VII, e i di lui successori, come di fatti Errico umilmente eseguì, ritrattando solennemente quanto aveva fatto contro il prelodato S. Gregorio. Nel 1107 accompagno Pasquale II in Francia, per cui commissione dovette esercitarvi molti uffici sacri, come si raccoglie dalla cronica del monastero di Dol. Circa il 1110 intimò un Sinodo in Valenza, nel quale restituì il diritto metropolitico alla Chiesa di Braga, ed assistè al Concilio di Clermont. Ala fine secondo l’ opinione meno verisimile, a non dire assolutamente falsa del Frizonio, nell’ anno 1112 compiè il termine dei suoi giorni, o più veramente nel 1113, trovandosi in quell’ anno sottoscritto a un giudizio pronunciato da Pasquale II per la controversia insorta tra l’ Abate di Montecassino, e quello di Terra maggiore, per la Chiesa di Casalpiano, come risulta dal Bollario Romano. Il Ciaccinio gli prolunga la vita per un’ altro triennio, recando una soscrizione dello stesso Cardinale a favore della Chiesa dei Marsi nell’ anno 1116. Col Ciacconio conviene Giorgio Eggs nel suo nuovo supplemento alla Porpora dotta pag. 29. Si trova il nostro Cardinale sottoscritto fra tutti il primo ad un’altra bolla di Pasquale II spedita nel 1113 a favore dello spedale di S. Giovanni Gerosolimitano, e riportata dal ch. Arcivescovo di Lucca Giandomenico Mansi nel Tomo secondo del suo supplemento ai Concilij del Labbè”.
Dello stesso cardinale Riccardo di Albano, invece, Johannes Ramaker ricorda che fu uno dei sette vescovi suburbicari del pontificato di Pasquale II.
In realtà egli era un vescovo della chiesa della provincia di Roma ed apparteneva al più alto ordine del collegio dei cardinali.
Prima di diventare cardinale, lo stesso Riccardo fu canonico e in seguito, decano di Metz.
Successivamente, però, .assieme al Vescovo Ermanno di Metz fu cacciato da quella città.
Sempre Ramaker ricorda che fu nel periodo del pontificato che il Cardinale Riccardo di Albano assunse posizioni di prestigio, giungendo ad esercitare un’influenza molto significativa nella curia pontificia.
In questo senso lo studioso evidenzia che l’ alto prelato, dal 1101 al 25 febbraio 1114 ebbe modo di sottoscrivere molti privilegi solenni di Pasquale II e che egli visse, probabilmente, fino al 1115 o al 1116.
Ramaker deduce l’ epoca della sua scomparsa dalla data di nomina del suo successore (21 dicembre 1116) che fu il Cardinale Vitale che, precedentemente, era stato cardinale del titolo di S. Sabina dal 1111 al 1116.
Secondo Ramaker, inoltre. Riccardo di Albano sarebbe stato ritratto sulle copie dei dipinti dei grandi viaggi delle legazioni per la Francia e la Germania.
Non a caso nel 1101 – oltre che nel 1102-1104 – egli fu in Francia, mentre tra il 1105 e il 1106 sarebbe stato in Germania, dove sarebbe ritornato anche tra il 1107 ed il 1111.
Autentico personaggio di spicco della curia pontificia di Pasquale II fu considerato tra i più illustri esponenti del collegio cardinalizio.
Fabrizio Guastafierro
© Nessuna parte può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro, senza l’ autorizzazione scritta dell’ autore.