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Nascita di sant’ Agnello (3b)

b) Nascita di Agnello
Giovanna e il marito attesero a lungo la nascita di un figlio ma le loro speranze erano minime in quanto essi erano pressoché sterili. Fu così che Giovanna si recò in pellegrinaggio per un mese intero, prima della festa della Assunzione(5), presso un’ edicola nella quale si venerava un’ immagine della Vergine ritenuta miracolosa e invocata col titolo di “Santa Maria Intercede” o “Intercede pro miseris”. L’ edicola si trovava sulla sommità di Capo Napoli. La donna pregava perché le fosse concessa la grazia di concepire(6) e, alla fine, ebbe la rivelazione che avrebbe dato alla luce un figlio, che avrebbe dovuto chiamarlo Agnello e che sarebbe stato molto caro a Dio.
Le opinioni sull’ anno della nascita di Sant’ Agnello sono molte e diverse. Il punto di partenza è dato da quanto scrisse Pietro suddiacono: “Agnellus tandem peracto debiti sui cursu, anno videlicet sexagesimo primo… regnante Mauritio Tiberio Augusto, et beato Gregorio Romanae presidente Sedis Pontifice, nec non et Fortunato Neapolitano Episcopo nono decimo Kalendas ianuarii ad coelestia regna gloriosus migravit”. L’ iscrizione posta sul sepolcro del Santo concorda con queste notizie. La cronologia ecclesiastica ed imperiale indica che Maurizio regnò dal 584 al 603, che Gregorio Magno fu Papa dal 590 al 604 e che Fortunato II fu vescovo di Napoli dal 593 al 600(7). Sant’ Agnello morì quindi a 61 anni, in un arco di tempo compreso tra il 593 ed il 600, come attestano anche le lezioni dell’ ufficiatura ecclesiastica, per cui egli deve essere nato fra il 532 e il 539. La tradizione pone infatti nel 535 la data di nascita e nel 596 la data di morte; il giorno ed il mese della morte sono il 14 dicembre. Il mese e il giorno della nascita sono sconosciuti: la tradizione popolare vuole che il Santo nascesse il 14 dicembre perché dal mese di marzo, in cui accadde la miracolosa promessa della Vergine a Giovanna, fino a Dicembre, intercorrono nove mesi. Il 14 dicembre viene però a coincidere con la data della morte.
Il fanciullo fu battezzato per immersionem(8), come era in uso nella chiesa cattolica di rito latino, e gli fu imposto il nome di Agnello, secondo la predizione della Vergine. Gli autori insistono nel vedere in questo nome un valore simbolico e lo avvicinano al nome con il quale Gesù fu salutato sulle rive del Giordano da San Giovanni Battista: “Ecco l’ Agnello di Dio”. La madre, narra la leggenda, presentò il neonato di venti giorni al tempio, secondo la consuetudine, e il bambino, al vedere l’ immagine della Vergine, esclamò ad alta voce: “Ave Maria gratia plena!” Il fatto è riferito nella prima lezione del secondo notturno dell’ officio del Santo ed è accettato dagli storici(9)
Le parole pronunziate sono conservate nella liturgia della prima lezione del primo notturno, approvata da Leone III per le parrocchie di Guarcino nel 1900.(10)
Il nostro fu primo santo a chiamarsi Agnello: nel secolo seguente si trova un Sant’ Agnello, vescovo di Napoli dal 680 al 693 e nel secolo XIII un Sant’ agnello da Pisa dell’ Ordine Francescano.(11) Il nome Agnello si diffuse largamente: sulla fine del secolo VI, si ricorda in Napoli una Agnella badessa di un monastero, come si legge in una lettera di San gregorio I a Fortunato II, vescovo della città.
Sempre in Napoli il nome di Agnello si volgarizzò in Aniello e Naniello; quest’ ultima forma è particolarmente diffusa in Sant’ Agnello di Sorrento. Nei territori di Guarcino e Fermentino il nome di Agnello era già frequente nei secoli VII e VIII.(12)
Note:
(1) cf. Mons. F. Bonaventura Gargiulo, Vescovo di Sanseverino, il glorioso Sant’ Agnello Abate, studio storico critico con appendici, Napoli 1903, pagine 41 – 44.
(2) Comunemente si attribuisce a Giovanna l’ orazione riportata più avanti.
(3) Secondo la cronologia critica data da C. Parascandolo, Memorie Storiche critiche diplomatiche della chiesa di Napoli, Napoli 1847, volume I, capitolo XXV e da D’ Aloè, opera citata, nelle loro serie dei vescovi napoletani.
(4) cf. Gargiulo, opera citata nella nota(1), pagina 44.
(5) cf. Gargiulo, opera citata nella nota(1), pagina 44, Panefresco, opera citata, pagina 10.
(6) cf. Giuliano Floridi, Le pergamene dei monasteri di San Luca e Sant’ Agnello di Guarcino, Roma 1967, pagina 9, n° 12.
(7) C. Parascandolo, Memorie Storiche critiche diplomatiche della chiesa di Napoli, Napoli 1847, volume I, capitolo XXV e da D’ Aloè, opera citata, nelle loro serie dei vescovi napoletani.
(8) cf. Floridi, opera citata nella precedente nota(6), pagina 9.
© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “Analisi storico – antropologica del culto di Sant’ Agnello”, discussa dalla Dott.ssa Laura Parlato, nell’ anno accademico 1979/1980 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Istituto Universitario Orientale di Napoli. Relatore Prof. Alfonso M. di Nola.
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