Storia e archeologia: lo splendore della Magna Grecia in Campania
Centinaia di anni prima dell’avvento dell’Impero romano, la penisola italiana e nel particolare le regioni del Mezzogiorno furono colonizzate, a partire dall’VIII secolo a.C., dalle popolazioni di origine greca che qui fondarono decine e decine di insediamenti civili, divenuti noti negli anni successivi come le città della Magna Grecia. Prima in Campania e successivamente nelle altre comunità affacciate sul Mar Tirreno (Sicilia, Calabria e Basilicata), sullo Ionio e sull’Adriatico (Puglia), i migranti della penisola greca trovarono in Italia terre ricche e fiorenti che ricordavano da vicino i luoghi dove erano nati e vissuti fino a pochi secoli prima. Decisero, quindi, di stabilirvisi e di ricreare qui la stessa grandezza e lo splendore delle vecchie polis della Grecia, fino all’arrivo delle legioni romane che intorno al III secolo a.C. assorbirono tradizioni, storia e cultura delle genti greche.
Nonostante il periodo di colonizzazione ellenica nelle regioni del Sud Italia sia stato relativamente breve, ancora oggi abbiamo la possibilità di vedere e ammirare dal vivo quella che è stata la presenza e l’influenza delle civiltà del Peloponneso nel nostro Paese quasi tre millenni fa. Templi, statue e migliaia di reperti di quella che era una volta la Magna Grecia e la grande cultura ellenistica sono arrivati ai giorni nostri quasi intatti, aiutandoci a capire modi, costumi e usanze di quell’epoca che, negli anni, ha saputo ispirare le più disparate forme d’arte (architetture e costruzioni, quadri e statue) e gran parte del mondo del digital entertainment, dal cinema alla musica fino ai giochi, tra cui le slot presenti su diverse piattaforme di casino Italia dedicate alle divinità greche come Gates of Olympus della serie Age of the Gods o Parthenon.
Abbiamo parlato in apertura della Campania come del luogo dove per primi sono sbarcati i migranti greci. Ed è proprio qui che si trovano alcune delle meraviglie della Magna Grecia, mete turistiche (ma anche di studio) visitate ogni anno da milioni di persone provenienti da tutto il mondo e che già nel XVII secolo rappresentavano una tappa obbligatoria dei Grand Tour nella penisola dei rampolli delle famiglie aristocratiche del vecchio continente.
Partiamo dalla provincia di Napoli e da Cuma, insieme a Pithecussai (o Pitecusa, l’odierna isola d’Ischia) la prima colonia greca in Italia. Negli scavi archeologici cumani e, più in generale, nel Parco archeologico dei Campi Flegrei oggi possiamo percorrere le strade e ammirare l’acropoli (la parte alta delle città greche) della prima comunità greca in Campania che conserva ancora alcuni resti dei tempi di Apollo e di Giove (VII e VI secolo a.C.). Cuma e Pitecusa sono stati gli insediamenti che avrebbero poi dato origine non solo alla città nuova di Neapolis (Napoli) ma anche alle realtà di Sorrento, Pompei, Pozzuoli e Stabiae, tra i centri più importanti in epoca romana.
A qualche decina di chilometri più a sud rispetto a Cuma, dello stesso periodo storico è l’insediamento di Poseidonia (l’attuale Paestum). Fondato dalla stirpe dei sibariti nel golfo di Salerno, Poseidonia divenne in pochi anni una delle colonie principali della Magna Grecia, sia per la sua posizione strategica (lontana dagli Etruschi che intanto avanzavano in Campania da nord) che per la ricchezza e la rigogliosità dei suoi terreni (siamo nella Valle del Sele) che ancora oggi ospitano alcune delle vigne e degli oliveti più pregiati di tutta la regione.
A Paestum, nell’omonimo Parco archeologico che comprende anche l’antica città di Velia, in maniera sorprendente sono arrivati sino a noi quasi intatti alcuni dei templi di origine greca più belli, tanto da essere considerati esempi assoluti dell’architettura dorica nel mondo. La più grande di queste strutture (lunga oltre sessanta metri) è quella nota con il nome di Tempio di Nettuno (o secondo Tempio di Hera), eretto intorno alla metà del V secolo a.C., molto simile al Tempio di Zeus dell’antica città di Olimpia in Grecia.
La sua imponenza e maestosità saltano subito all’occhio del visitatore che, una volta varcata la cinta muraria del parco di Paestum, si trova catapultato millenni indietro nel tempo, in quella che una volta era una delle città più importanti non solo della Campania ma di tutto il Mar Mediterraneo.