I preparativi per i festeggiamenti in onore di Sant’ Agnello (19)
La festa del Santo
La festa di Sant’ Agnello si celebra il 14 dicembre. Della sua organizzazione si occupa il parroco con la collaborazione dei tre membri del comitato laico della parrocchia. Il compito principale di queste persone è quello di raccogliere le offerte. I fondi necessari per i festeggiamenti, infatti, provengono tutti dalle offerte della comunità, senza alcuno utilizzo dei beni ecclesiastici. A partire dunque dall’ ultima settimana di novembre, un gruppo di persone viene mandato in giro per il paese a fare la questua. Ogni cittadino dà quello che può secondo le proprie disponibilità e volontà; i più generosi in tale occasione si mostrano coloro che abitano nelle strade che saranno attraversate dalla processione.
La signora Maddalena Coppola racconta che, negli anni passati, la questua principale si faceva nelle campagne. Senza alcun compenso si andava con un carretto e un somarello a racimolare soldi e prodotti agricoli (fagioli, patate e, soprattutto olio) che, rivenduti, costituivano un valido contributo per la riuscita della festa. Sembra anche che chi rifiutasse di fare alcuna offerta, imprecando per di più contro il Santo, venisse poi colpito da una serie di malanni a cui solo un pentimento sincero, testimoniato da una lauta offerta alla chiesa, poteva porre fine. Alcune persone, continua la Signora Maddalena, offrivano in dono oggetti d’ oro e d’ argento, privandosene specialmente quando ritenevano di avere ricevuto una grazia. Anche questi, come i prodotti della terra, erano rivenduti e il ricavato incrementava i fondi per la festa.
Attualmente, la maggior parte dei proventi viene raccolta invece in chiesa, dove, a tale scopo, vengono allestiti due tavoli: su ognuno di essi viene posta una statuetta del Santo (le stesse che, nel corso dell’ anno, sono temporaneamente affidate alle famiglie santanellesi che ne fanno richiesta, in cambio di un’ offerta a piacere), immagini con preghiere a Sant’ Agnello, medagliette, ceri, ricordi vari e un grande cesto dove viene depositato il denaro. Nel giorno della festa, questi cesti sono più volte colmati, grazie soprattutto al contributo delle coppie in lieta attesa. Si raggiungono in questo modo cifre veramente elevate che da sole sarebbero più che sufficienti alla copertura finanziaria della festa. Una fetta piuttosto consistente della cifra ricavata, fino a pochi anni fa impiegata per l’ illuminazione, l’ acquisto di fuochi d’ artificio, l’ ingaggio di cantanti, l’ intrattenimento serale, è oggi peraltro risparmiata: i Santanellesi hanno infatti ritenuto opportuno ridurre al minimo le spese per i festeggiamenti esterni che si svolgono, in definitiva, in un solo giorno. Il denaro ricavato è invece largamente impiegato per l’ addobbo della chiesa e, in particolare, del trono. Una parte delle cifre è altresì destinata al pagamento di una banda musicale e di quei preti che celebrano le sacre funzioni e seguono la processione.
Il periodo di preparazione della festa inizia con la “messa in trono” della statua del Santo. Essa, fra i rintocchi delle campane e gli spari dei mortaretti, viene rimossa dalla cappella laterale e portata all’ esterno dai fedeli riuniti in devoto corteo. La statua, dopo un breve giro sul sagrato della chiesa, viene posta sul trono fastosamente preparato sull’ altare maggiore.
Il 5 dicembre inizia il solenne novenario: alle ore 17 c’è la recita del rosario, seguono le preghiere del santo, la celebrazione eucaristica con l’ omelia, il canto degli inni e la benedizione.
Le celebrazioni della vigilia iniziano con la celebrazione di SS. Messe alle ore 7 – 8 – 9 -10 – 11 – 12.
Esse continuano nel pomeriggio con la celebrazione dei Vespri e della Messa Solenne (officiata nel 1890 dall’ Arcivescovo del capitolo Metropolitano e Vicario generale Monsignor. L. De Maio) col panegirico del santo e il canto degli inni.
A conclusione del rito, il celebrante impugna la teca in cui è conservata la reliquia del santo e si pone al centro dell’ altare mentre la maggior parte dei fedeli gli si avvicina chiedendo perdono a Sant’ Agnello delle proprie mancanze e pregandolo di guarirli delle proprie infermità. I fedeli baciano la reliquia che viene poi accostata alle loro fronti, ritenute fonti di tutti i mali fisici e morali.
I riti del pomeriggio della vigilia sono ripetuti anche nel pomeriggio della festa, ma sono resi più solenni dalla presenza dell’ Arcivescovo e dalla partecipazione in forma ufficiale dell’ Amministrazione. La mattina della festività è contrassegnata dalla celebrazione ininterrotta di Sante messe dalle 5 alle 13.
© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “Analisi storico – antropologica del culto di Sant’ Agnello”, discussa dalla Dott.ssa Laura Parlato, nell’ anno accademico 1979/1980 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Istituto Universitario Orientale di Napoli. Relatore Prof. Alfonso M. di Nola.
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