I Francescani in Penisola Sorrentina fino al XV secolo (1.1)
CAPITOLO PRIMO
L’INSEDIAMENTO DEI FRANCESCANI E LA LORO PRESENZA NELLA PENISOLA SORRENTINA
Il messaggio partito da Assisi arriva in ogni angolo d’ Italia costringendo Francesco ad operare sezioni geografiche precise destinando a capo di ogni sezione o provincia frati di sua fiducia.
Il codice di diritto canonico non ammette “clerici vagantes” (1) e così fin dal 1217 sorgono le provincie, che aumentano di numero fino al 1232 (2).
Fin da questa prima divisione geografica viene eretta la provincia di Terra di Lavoro e lo stesso San Francesco ne affida la direzione ad un suo compagno, fra Agostino di Assisi. Già nel 1220 l’ ideale francescano si propaga a velocità entusiasmante: Si evidenzia la necessità di altre divisioni geografiche, vengono create le custodie, alla cui guida sono destinati custodi con funzioni amministrative ed ispettive alle dipendenze dei relativi ministri provinciali (3). La provincia di Terra di Lavoro nel 1225 la troviamo divisa in due custodie che diventano cinque nel 1230. Il nuovo territorio viene diviso in cinque custodie: napoletana, salernitana, di Principato, di Benevento e di San Benedetto(4). I trenta conventi registrati nel 1263 in pochi anni diventano cinquantacinque (5).
L’ arrivo dei francescani a Sorrento risale agli inizi della storia dell’ Ordine, ma mancano date certe.
Il documento più antico, risalente al 1258, testimonia la presenza a Sorrento del ramo femminile, le suore Clarisse allora dette di San Damiano: il Papa Alessandro IV scrive l’8 luglio 1258 (6) alla badessa Filippa e alle sorelle di San Damiano “morantibus” cioè che già dimorano in Sorrento, ma da quando e dove non è specificato. Non si può neanche stabilire se tra i primi trenta conventi che nel 1263 formavano le cinque custodie della provincia di Terra di Lavoro è inserito questo convento di Sorrento (7). Nel 1330 esiste già questo convento come attesta fra Paolino da Venezia (8): San Francesco vuole che i suoi frati “come pellegrini e forestieri” (9) vadano in giro per il mondo predicando la buona novella. Il frate non è un monaco legato stabilmente al suo convento bensì un pellegrino che girovaga per il mondo e che si unisce in fraternità.
I vari conventi formano un’ unità ideale nella persona del ministro generale posto a capo e garante per tutto l’ Ordine francescano. La vita di un convento si integra con quella degli altri e la parte viva e dinamica passa da una fraternità all’ altra: non è possibile parlare di un convento senza entrare nella vita degli altri. Il convento è un centro al cui luogo convergono da più parti animi fusi da uno stesso ideale. Nel secolo XIII la diffusione dell’ Ordine francescano suscita gelosie e sospetti che trovano, nell’ imperatore Federico II (10) e nel clero secolare, facile esca. L’ avversione diventa persecuzione dopo che il Concilio di Lione nel 1245 (12) scomunica l’ imperatore affidando ai frati mendicanti il delicato e pericoloso incarico di diffondere la sentenza conciliare di scomunica. Intanto la vita interna all’ Ordine francescano, scossa da un forte dinamismo, inizia ad avvertire una crisi di crescita: alcune articolazioni assumono contorni di dubbia autenticità e provocano interventi più o meno solleciti ed imparziali della Santa Sede: gioacchismo (12), movimento spirituale, questione della povertà… Per quanto riguarda la questione della povertà, scoppiata tra il Papa Giovanni XXII ed i francescani, si inseriscono i regnanti Sancia e Roberto d’Angiò (13), che si battono per la purezza dell’ ideale francescano.
Frate Angelo Clareno, fondatore degli Spirituali, muore a Santa Maria d’ Aspro, presso Marsicovetere nel 1337, dopo aver fondato un romitorio a Lettere.
Filippo di Maiorca, fratello di Sancia, abbandona la reggenza del regno, per vivere una vita ritirata con alcuni fanatici fraticelli. La regina Sancia, morto Roberto, si fa monaca in un monastero da lei fondato e vi muore nel 1345. Nel 1378 viene lacerata l’ unità della Chiesa cattolica, che si presenta come romana, avignonese e pisana, e scomuniche e concessioni servono per accaparrarsi sudditi e protezioni. Tuttavia l’ ideale francescano continua a produrre generose testimonianze di vita spese all’ insegna dell’ idea missionaria di San Francesco. Nella provincia salernitana troviamo apostoli di grande statura: tra questi Giovanni da Montecorvino Rovella (14). Nato nel 1247, è giudice e medico e nel 1289 parte per le missioni dell’ Armenia e della Persia. Inviato dal Papa Nicolò IV come proprio ambasciatore presso il Gran Khan dei Tartari vi rimane fino al 1328, anno della sua morte.
Ancora Nicola da Montecorvino, Guglielmo da Castellammare consacrano con il sangue la testimonianza della loro fede nel 1358 (15). A queste figure va aggiunta quella presenza popolare e talora anonima del terz’ ordine, che si inserisce nel tessuto sociale in modo silenzioso, ma con forza dirompente. Forma un esercito senza divisa e senza bandiera e come una goccia che scava nella roccia riesce a cambiare la famiglia e si sgancia dalla sudditanza feudale facendo proprio il comando di Francesco che afferma: “Non portino armi” . Lo scisma d’ occidente si ripercuote anche nell’ Ordine francescano nelle province e perfino nei conventi. Ai tre Papi corrispondono tre generali, tre provinciali e perfino tre guardiani. Il Concilio di Costanza nel 1414 provoca un rinnovamento favorendo tutti quei movimenti che hanno come scopo una ripresa della vita spirituale. Il Papa, dopo aver ascoltato una commissione costituita, il 22 settembre 1415 dà la possibilità ad alcuni conventi europei di essere indipendenti nel governo della propria provincia (16). Il ministro generale, fra Guglielmo da Casale, anche cedendo alle premure del Papa Eugenio IV, il 22 giugno 1438 nomina San Bernardino da Siena vicario e commissario degli osservanti in Italia (17). Inizia la corsa alla fondazione di nuovi conventi. Dal caos dello scisma sorge l’ esigenza di un ritorno all’ osservanza e quindi la famiglia francescana ritorna alla regola. Nel 1402 San Bernardino da Siena, uomo genialissimo e santo, nel 1414 San Giovanni da Capestrano, canonista insigne, nel 1415 Beato Alberto da Sarteano, umanista, nel 1416 il magistrato San Giacomo della Marca formano un quadriunvirato dell’ osservanza. L’ armonia che distingue l’ età dei Santi Bernardino, Giacomo, Giovanni e Alberto non dura a lungo. La rinascenza classica si deforma in una diffusa concezione pagana della vita; l’ individualismo in indifferenza o in ribellione religiosa.
(1) Nuovo Codice Can. 265.
(2) Wadding L., Annales Minorurn seu Triurn Ordinum a S.F. institutorurn, Quaracchi,3° ed., vol. IV, p. 144.
(3) Bullarium Franciscanum, nova series, Quaracchi 1929.
(4) Golubrovich G., Biblioteca Bio-bibliografica di Terra Santa e dello Oriente serafico, Quaracchi, II, p. 228.
(5) Wadding, cit., volo IV, p. 147.
(6) Wadding, cit., volo IV, p. 539. La bolla di Alessandro IV è riportata anche nel Bullarium Franciscanum, cit. vol. II, p. 296.
(7) Il convento sorrentino viene collocato nella custodia salernitana insieme ai conventi di Salerno, Castellammare di Stabia, Amalfi, Ravello, Giffoni, Sarno e Nocera.
(8) Eubel C., (a cura di), Provinciale Ordini s Fratum Minorum vetustissimum, secundum codicem vaticanum nr. 1960. Quaracchi 1892.
(9) Dal cap. VI della Regola dei Frati Minori, approvata il 29 novembre 1223 da Papa Onorio IlI, con la bolla “Solet annuere”.
(10) Federico II di Hohenstaufen imperatore del Sacro Romano Impero (1194-1250).
(11) in cui fu condannato l’ Imperatore Federico II come persecutore della Chiesa.
(12) seguaci del movimento religioso promosso da Gioacchino da Fiore.
(13) D’Andrea G., I Frati Minori Napoletani nel loro sviluppo storico, Napoli 1967, passim.
(14) Golubrovich, eit., vo1. III, p. 86.
(15) Ibid., vo1. V, p. 92.
(16) Wadding, eit., volo IX, p. 462 55.
(17) Ibid., cit., volo XI, p. 35 55.
© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “L’ Insediamento dei Francescani e la loro presenza nella Penisola Sorrentina”, discussa dalla Dott.ssa Serafina Fiorentino, nell’ anno accademico 1992/1993 presso la Facoltà di Teologia dell’ Ateneo Romano della Santa Croce (Istituto superiore di Scienze religiose dell’ Apollinare). Relatore Prof. A. Soldatini.
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