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I Francescani in Penisola Sorrentina dall’ 800 in poi (1.3)

Liberi, dell’ unicà libertà, che è quella dei poveri di spirito, essi andavano incontro alla novella storia” (29). A seguito di una visita “canonica” effettuata – nella provincia di Terra di Lavoro nel 1847, il ministro provinciale, padre Geremia da Orte ci presenta “religiosi generalmente docili, ubbidienti, esemplari, assidui al loro dovere circa l’ officiatura comune più voIte al giorno e circa l’ orazione mentale mattina e sera” (30). “Al presente – egli scrive – i conventi cominciano a risorgere dallo stato di desolazione in cui erano gittati e possono alimentare le loro famiglie colle questue e mantengono la vita comune, stabilita però la retta amministrazione né superiori e la santa carità (…) (31)”. “Gli studi generali sono in Napoli, Benevento ed Aversa ed in essa vi sono due lettori di Teologia ed uno di Filosofia. Il metodo degli studi è scolastico. Gli studi provinciali sono: in Marigliano e Sorrento di filosofia, in Avellino belle lettere ed in Marano di Sagra eloquenza. I studenti profittano nello studio a tenore della rispettiva loro capacità (32)”.
Nei conventi, ormai espropriati nelle sue parti vitali, la vita continua; è una vita povera e difficile. Nei conventi non c’ è più pace perché invasi dai tecnici che misurano e scrivono sulla destinazione interessata di quella o questa parte dei conventi (33). Il dramma della soppressione fu nella perdita dell’ intimità e della riservatezza.
Le autorità centrali e provinciali lavorano intensamente affinché i frati non si smarriscano. È padre Bernardino da Portogruaro (34) a rivendicare più degli altri, i conventi, a riedificarli, a fornirli di suppellettili o libri, prodigandosi per i figli provati per restituire all’ Ordine l’ unità interiore sospirata da secoli. Il 15 maggio 1897 con la bolla “Felicitate quadam” Leone XIII riunifica le quattro famiglie francescane degli Osservanti, Riformati, Alcantarini e Recolletti nell’ unica famiglia dell’ Ordine dei frati minori.
Con decreto del 9 luglio 1899 (35) il ministro generale, padre Luigi Lauer, unifica le famiglie francescane campane in due sole provincie: Terra di Lavoro e Principato. Il convento di Sorrento ritorna alla provincia di Principato dalla quale era stato staccato nel 1575. Un’ ordine tassativo conclude il decreto: nei conventi nulla deve essere toccato né trasportato In altro convento, tutto deve restare al proprio posto, pena la scomunica (36). Nel 1902 il padre sisto Paoleschi dalla Serra, commissario visitatore generale, effettua un’ accurata indagine sui singoli conventi e sui singoli frati della ridisegnata provincia di Principato. Il 6 agosto dello stesso anno, nella terza sessione della congregazione capitolare, tenuta nel convento di Santa Maria degli Angeli in Nocera Superiore, sotto la presidenza di padre Davide Flaming, vicario generale dell’ Ordine, si decreta di chiudere il convento di Sorrento insieme ad altri 16 (37) . La provincia francescana di Terra di Lavoro, divisa in due da padre Lauer, vive momenti difficili per la eterogeneità dei frati provenienti da zone geografiche diverse. Questo dato suggerisce al cardinale Vives Y Tuto , prefetto della Congregazione dei Religiosi, con l’ approvazione del papa di emanare, il decreto “Sanctissirnus” con il quale, il 28 aprile 1911, le due provincie francescane campane, vengono divise in cinque:
1. Provincia di San Giovanni della Croce con sede in Santa Lucia al Monte
2. Provincia di San Giacomo della Marca con sede in Santa Maria degli Angeli in Nocera Superiore
3. Provincia di San Pietro ad Aram con sede nel convento della Palma
4. Provincia di Santa Maria di Materdomini con sede nel convento di San Francesco in Castellammare di Stabia
5. Provincia di Santa Maria delle Grazie con sede nel convento di Paduli.
La serenità è solamente temporanea, ulteriori difficoltà suggeriscono al ministro generale, padre Pacifico da Monza di dividere la provincia di San Giacomo della Marca, il 27 agosto 1912, nella provincia di San Giacomo della Marca propriamente detta (38) e in quella di Santa Maria degli Angeli (39). La precisazione è necessaria per capire le motivazioni per la riapertura del convento di Sorrento.
All’ epoca della chiusura il suddetto convento apparteneva alla provincia di Principato che comprendeva anche la diocesi di Sorrento, a esclusione di Massalubrense. Invece all’ inizio delle pratiche, la zona sorrentina apparteneva alla nuova provincia di San Giacomo della Marca. Il Papa Benedetto XV, il 5 giugno 1916 comunicava al cardinale Giustini la nuova delimitazione delle provincie napoletane, assegnando la diocesi di Sorrento alla provincia di Principato (40).
Il 19 giugno 1929 il ministro generale, Padre Bonaventura Marrani scriveva (41) al padre Prisco Pecoraro, ministro provinciale, che il convento sorrentino poteva essere riaperto e “della presente decisione informò il M. R. P. Commissario di San Giacomo di Napoli” nonché ”l’ Eccellentissimo Monsignor Arcivescovo di Sorrento” (42).
Finalmente il 30 maggio 1937 i padri Eugenio Vanacore e Arcangelo Jovino prendono il possesso del convento ed iniziano a riordinare le piccole cose che formano una vita conventuale (43). Intanto un nuovo fermento si verifica nella Campania francescana originato da motivi contingenti: dalle conseguenze della seconda guerra mondiale in pieno svolgimento. Teofilo Liburdi, inviato dal Santo Uffizio per una visita apostolica (44), riferisce al Papa Pio XII che con il motu proprio “Pro peculiari studio” il 14 luglio 1942 ridisegna la divisione delle provincie monastiche esistenti in Campania in tre nuove circoscrizioni:
1. provincia napoletana del Santissimo Cuore di Gesù
2. Provincia beneventana di Santa Maria delle Grazie
3. Provincia salernitano-Iucana dell’ Immacolata Concezione.
Nella composizione di quest’ ultima, concorrono i conventi esistenti nelle provincie civili di Salerno, Potenza, Matera nonché i conventi di Serino e Montoro Superiore della provincia di Avellino e quelli di Vico Equense, Sorrento e Massalubrense della provincia di Napoli e questa composizione è valida ancora oggi.
Note:
(29) Gemelli, cit., p. 276.
(30) Archivio Curia Generalizia O.F.M., Roma, Campania Osservante, vol. II, f. 62.
(31) Ibidem, vol. II, f. 98.
(32) Ibidem .
(33) Documenti custoditi nell’ Archivio del convento di San Francesco, Sorrento.
(34) Ministro generale dei minori fine XIX sec.
(35) Acta Ordinis Fratrum Minorum, 1899, p. 111 ss.
(36) É la lettera “D” del decreto, di cui la nota precedente.
(37) Archivio Curia Generalizia O.F.M., Roma, Campania Principato,
vol. 8, ff. 262v – 263.
(38) Avella, Gragnano, Marano, Marigliano, Massalubrense, NapoliMontecalvario, NapoliSan Francesco al Vomero, NapoliSanta Maria la Nova, Torre del Greco formavano la provincia di San Giacomo della Marca.
(39) La provincia di Santa Maria degli Angeli era formata dai conventi: Cava dei Tirreni, Lauro, Liveri, Maiori, NapoliMonteverginella, Nocera SuperioreGli Angeli, SarnoFoce, Vico Equense.
(40) Il decreto pontificio è del 1917.
(41) Documenti custoditi nell’ Archivio del convento di San Francesco, Sorrento.
(42) Ibidem.
(43) Ibidem.
(44) Il visitatore apostolico è un inviato speciale della Santa Sede per trattare questioni di una certa importanza.
© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “L’ Insediamento dei Francescani e la loro presenza nella Penisola Sorrentina”, discussa dalla Dott.ssa Serafina Fiorentino, nell’ anno accademico 1992/1993 presso la Facoltà di Teologia dell’ Ateneo Romano della Santa Croce (Istituto superiore di Scienze religiose dell’ Apollinare). Relatore Prof. A. Soldatini.
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