Sorrento e il sistema delle conoscenze utilizzato per il PUC
Parte Prima
IL SISTEMA DELLE CONOSCENZE
PARTE PRIMA: IL SISTEMA DELLE CONOSCENZE
L’ Insieme del sistema delle conoscenze di un territorio rappresenta la condizione indispensabile non solo per descriverlo ed interpretarlo, ma soprattutto per governarlo utilizzando gli strumenti della pianificazione, della programmazione economica e della buona, costante amministrazione pubblica.
Un territorio è una risorsa irripetibile, formatasi nel corso di secoli, la cui struttura naturale – non immobile ma che naturalmente e costantemente si modifica – e la cui azione dell’uomo – mutevole rispetto ai suoi bisogni ma anche capace di re-interpretare un territorio ed arricchirlo della sua opera – si intrecciano e si relazionano fino a costituire – come nel caso della penisola sorrentino – amalfitana – un insieme organico e riconoscibile.
La conoscenza di questo territorio è perciò il parametro determinante per la sua pianificazione, attraverso la lettura del sistema ambientale, del sistema storico – culturale, del sistema socio -economico, del sistema delle attrezzature e delle infrastrutture.
In questa Parte Prima della Relazione vengono pertanto descritte le conoscenze acquisite, utili per la definizione di uno strumento urbanistico, ma certo non esaustive per una dettagliata e profonda descrizione di un territorio così complesso, a partire proprio dal sistema ambientale – paesaggistico (determinato dalla struttura naturale quanto dalla storia e dalla cultura della sua antropizzazione) che costituisce la risorsa da tutelare e valorizzare in ogni azione di pianificazione, individuando poi gli strumenti giusti per rendere compatibili le esigenze della qualità della vita dell’uomo con l’ obiettivo di conservazione di questa risorsa.
Il complesso sistema ambientale della penisola sorrentina costituisce, infatti, un insieme irripetibile nel rapporto tra opera della natura e opera dell’uomo.
Su una struttura geologica e geo – morfologica, affatto omogenea, si è costituito, nel corso dei secoli, un sistema vegetazionale – boschivo, ornamentale e agricolo – di caratteristiche e pecularietà distinte e riconoscibili rispetto ad altri sistemi ambientali, dovuto principalmente ad un’ azione lenta, tenace, ed anche violenta dell ‘uomo ai fini dello sfruttamento del suolo.
L’ insieme dei nuclei e degli insediamenti, le case rurali, le ville agricole, le fabbriche produttive (mulini, caseifici, ..,), i palazzi padronali, le chiese, pur costituendo un sistema fortemente integrato, non hanno trasformato in maniera determinante la naturalità di questa ambiente unico. Almeno fino agli anni ’60 del secolo scorso, quando è cominciata una intensa aggressione edilizia che ha portato la popolazione della penisola a raddoppiarsi e la perdita di un patrimonio di risorse territoriali eccezionali.
I sistemi di coltivazione e le fabbriche ed i nuclei storici hanno, invece, modellato più di ogni altra azione il paesaggio sorrentino, al punto che l’ immagine identificativa di questo territorio coincide, più di ogni altra, con la collina terrazzata e coltivata da agrumeti e con i caratteri tipologici dei suoi insediamenti.
Non è questa certo la sede per contribuire al già ampio dibattito sulla definizione e sull’ interpretazione di ambiente e di paesaggio, ma appare opportuno – al fine di meglio determinare ambito di azione eco -sistemica che è stata assunta per questo Piano – riportarne le acquisizioni più recenti sopratutto alla luce delle recenti Direttive Europee (12).
Attribuire, oggi, al termine ambiente una definizione univoca e compiuta risulta infatti riduttivo in quanto sotto l’ apparente chiarezza intuitiva del termine si cela una pluralità di significati possibili, in relazione alla varietà delle dimensioni che possono esservi comprese: questo perché la sempre maggiore attenzione posta all’ ambiente da parte di numerose discipline porta a complessità semantiche, ciascuna delle quali legata a concezioni relative ad interpretazioni più o meno estensive del termine.
Nell’ evoluzione della concezione di ambiente – inizialmente racchiuso solo ai fattori di relazione tra un soggetto e la sua sfera naturale di riferimento –centrale diviene lo studio delle modifiche indotte dalle azioni umane sull’ambiente fisico, anche in termini di alterazioni del funzionamento degli ecosistemi.
Ed è questa la vera svolta ecologica che promuove il passaggio da una concezione di ambiente inteso come luogo significativo di segni o supporto statico, quadro, supporto fisico, vincolo esterno delle scelte e degli interventi territoriali verso un’interpretazione sistemica di ambiente, verso una concettualizzazione come sistema dinamico-globale, fisico-biologico e sociale, i cui elementi sono suscettibili di avere effetti sull’uomo e sulle attività umane e viceversa.
Il superamento del rapporto antinomico uomo-natura, natura-cultura segna il passaggio verso una visione integrata dell’ ambiente: dall’ idea di natura intesa come realtà trascendentale, nettamente distinta dall’ uomo, intangibile e immodificabile e all’ idea dell’ uomo come dominatore della natura, si perviene al concetto di “rispetto per la natura” parte integrante, insieme all’uomo, del sistema ambiente.
Solo all’ interno di questo approccio globale alla nozione di ambiente è possibile indirizzare l’ attenzione verso analisi e interpretazioni delle relazioni tra uomo e natura, Il rapporto natura-cultura (aria, acqua, suolo, flora, fauna e I’ uomo con le sue azioni trasformatrici, con le sue basi culturali, sociali, economiche, tecnologiche, ma anche psicologiche, percettive, ecc.) che ne deriva non diventa, quindi, più di carattere antinomico, ma di mutuo condizionamento: come si modifica l’ ambiente, si viene modificati.
Anche il termine paesaggio è ricco di significati diversi al punto da essere impropriamente utilizzato o confuso come “rappresentazione esterna dell’ ambiente”.
In esso convivono due aspetti: l’ esistenza di un sistema ambientale (con i suoi processi fisico-chimici, biologici ed ecologici) ed una concezione estetico – percettiva sostenuta da una cultura.
Nello studio del paesaggio, in generale, si sono affermate due principali tendenze interpretative: una, di prevalente derivazione geografico – naturalistica, studia il paesaggio come complessa intreccio di eventi naturali secondo un approccio ecologico; l’ altra, legata in particolare alla valutazione estetica, considera il paesaggio più come oggetto estetico legato al processo di percezione visiva.
La recente Convenzione Europea sul Paesaggio, tenutasi a Firenze il 20 Ottobre 2000, definisce, invece, il paesaggio come “una determinata parte di territorio così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’ azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazionl. Tale definizione tiene conto della concezione che i paesaggi evolvono col tempo, per l’ effetto di forze naturali e per l’ azione degli esseri umani e, quindi, il paesaggio forma un tutto, i cui elementi naturali e culturali devono essere considerati insieme e non separatamente, superando la separazione tra visione naturalistica e concezione estetica.
Inoltre, secondo la Convenzione Europea, il paesaggio è non soltanto il prodotto evolutivo della continua interazione tra fattori naturali e antropici, ma anche “una componente essenziale del quadro di vita delle popolazioni, l’ espressione della diversità del loro comune patrimonio naturale e culturale e il fondamento della loro identità.
E questa concezione si applica all’ intero territorio, includendo non solo i paesaggi di particolare valore (come appunto i paesaggi naturali e/o culturali tradizionalmente intesi) ma anche a quelli della quotidianità e dell’ ordinarietà o persino del degrado.
L’ attenzione si sposta così, dai paesaggi culturali significativi, al significato culturale che tutti i paesaggi presentano, in modi diversi che richiedono misure diverse di protezione, gestione e pianificazione.
La individuazione dei paesaggi di un territorio e la loro interpretazione diventa azione centrale, quindi, della pianificazione. Tanto più che il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sui piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole al benessere individuale ed allo sviluppo economico: obiettivi propri del governo del territorio.
Il nostro Paese ha recepito la Convenzione Europea nel “Codice dei beni culturali e del paesaggio” (D. Lvo 421/2004), recentemente modificato con D. Lvo 157 del 2006.
Alla luce delle considerazioni fin qui svolte il sistema delle conoscenze è stato fondamentalmente impegnato sulla lettura, descrizione e interpretazione del territorio come risorsa, a partire dal sistema ambientale e da quello storico-culturale, entrambi significativi del paesaggio sorrentino, indagando proprio sul significato culturale che quel paesaggio presenta.
Note:
12 direttiva 97/11/CE concernente la valutazione di impatto ambientale e la Convenzione Europea sul paesaggio (Firenze 2000).
Il testo che precede è integralmente tratto dalla Relazione del Piano Urbanistico Comunale di Sorrento predisposto dal Dirigente del IV Dipartimento del Comune di Sorrento, Ingegnere Guido Imperato con la consulenza del Prof. Arch. Guido Riano