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7) Sorrento ed i Sedili nobiliari

2.3 I Sedili
Come nelle altre città del regno, anche a Sorrento esistevano i sedili urbani, ovvero le sedi degli eletti dei nobili e del popolo per l’amministrazione della città. Sembra che già in epoca angioina la nobiltà sorrentina fosse divisa in Seggi,(16) nei quali avveniva la trattazione degli affari pubblici inerenti il seggio medesimo ed il suo quartiere(17).  Sedile o seggio, è sinonimo di piazza, poiché gli edifici che ospitavano tale organismo sorgevano nei larghi delle pubbliche strade. Questi edifici erano costruiti in forma di portici quadrilateri; uno dei lati era provvisto di un ambiente chiuso, ovvero la sala per le riunioni e le deliberatorie dei nobili “in comitato segreto”, che periodicamente vi si riunivano(18). Queste strutture attraverso i secoli, divennero vaste e sontuose, adornate e abbellite da affreschi e sculture, o da stemmi cittadini ed emblemi delle famiglie che lo componevano, che rendevano tali edifici dei veri e propri monumenti(19). Ma i poteri politico-amministrativi dei sedili del Regno, furono ben presto ridimensionati già a partire dal periodo angioino, con una riforma mirata a ridurre i privilegi dell’amministrazione civile, fino a giungere, con il trascorre dei secoli e con l’avvicendarsi delle dominazioni, alla completa soppressione avvenuta nel 1800. Il primo passo di tale riforma, fu quello di ridurre le attività dei seggi della città di Napoli, per poi passare alla soppressione dei seggi minori e attuare poi, lo stesso criterio, con le restanti città del Regno(20). Sorrento invece, risulta essere un’eccezione all’interno di questo panorama, poiché la presenza di due sedili riservati alla nobiltà e tutt’ora esistenti, testimonia non solo il privilegio goduto dal patriziato locale, ma anche la sua indiscussa vivacità(21). Inoltre, tale considerazione, assume maggiore consistenza se consideriamo che attualmente, una quantità di seggi analoghi, può essere vantata solo da poche realtà del Mezzogiorno.
Note:
16 I seggi napoletani non furono creati da Carlo I d’Angiò, come alcuni erroneamente affermano, ma furono precedenti a questo re, come attestano numerose prove e documenti emersi prima dell’esistenza angioina. Cfr. L. De Lutio di Castelguidone, I sedili di Napoli, Napoli, 1973, pag. 72.
17 AA VV., Sorrento e Tasso, op. cit., pag. 6; M. Fasulo, op. cit., pag. 49; B. Croce, I Seggi di Napoli, in “Napoli Nobilissima” , 1920, vol. I fasc. II pagg. 17-19; P. Aversa, I sedili di Sorrento nel XVII e XVIII secolo, Napoli 1986, cap. I, Vol. II, pag. 2 e pag. 8.
18 A. Venditti, op. cit.,pag. 686; per le famiglie ascritte al seggio, cfr. P. Aversa, op. cit. pag. 9.
19 Cfr. L. De Lutio di Castelguidone, op. cit., pagg. 68-69; P. Aversa, op. cit., pagg. 12-13.
20 L. De Lutio di Castelguidone, op. cit., pag. 85.
21 F. Guastafierro, Lo stemma della città di Sorrento, Sorrento, 2005, pagg. 83-84.
© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “L’EDILIZIA CIVILE A SORRENTO”, discussa dal Dott. Paolo Ziino, nell’ anno accademico 2000/2001 presso la Facoltà di Lettere dell’ Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli (Corso di laurea in conservazione dei beni culturali). Relatore Prof. Francesco Divenuto.
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