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17) Sorrento e la sua architettura nel Settecento

Capitolo 4
Il Settecento
4.1 Le nuove tendenze architettoniche di inizio secolo
Importanti avvenimenti, quali l’avvento del viceregno austriaco (1707-1734) e successivamente il ritorno degli spagnoli con Carlo di Borbone e suo figlio Ferdinando, caratterizzarono tutto il secolo XVIII. Dal punto di vista urbanistico ciò contribuì ad un rallentamento dell’ espansione edilizia in generale, anche se ne risentì maggiormente quella religiosa(1). Le condizioni della città, quindi, non migliorarono, visto che il potere centrale perseverò nel generale disinteresse nei confronti del popolo. Solo nel 1718 si verificò l’atteso sblocco edilizio con l’abolizione delle “Prammatiche sanzioni”, ovvero i bandi sul blocco delle costruzioni, poiché fino a quel momento, la città aveva seguito criteri edilizi non regolamentari o spontanei, dettati dalla necessità e sprovvisti di uno schema organico. Con lo sblocco delle Prammatiche sanzioni, non solo l’edilizia civile riprese a seguire dei piani regolamentari, ma anche le molteplici opere pubbliche, promosse dal potere statale, favorirono lo sviluppo ordinato della città, proiettandola verso il futuro(2). Fu proprio il Settecento, un secolo determinante dal punto di vista architettonico:.(3) nei primi quindici anni del regno borbonico si possono individuare nella capitale due correnti architettoniche distinte: da una parte, l’ edilizia ufficiale con architetti o ingegneri militari provenienti dall’ambiente romano, che passivamente assecondavano il gusto della corte; dall’altra, l’architettura interpretata dai più geniali esponenti napoletani della prima metà del Settecento, come Sanfelice e Vaccaro. Coadiuvati da valenti artigiani locali, furono però ignorati dal favore reale che preferiva affidare i costosi progetti ad architetti meno estrosi e indipendenti(4).
Note:
1 M. Schipa, Il regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone, Milano, 1923, pagg. 45-48; P. Villani, Mezzogiorno tra Riforma e Rivoluzione, Bari 1962, pagg. 89-96; F. Venturi, Settecento riformatore, Torino 1969, pagg. 34-39.
2 Cfr. R. De Fusco, L’architettura della seconda metà del Settecento,in “Storia di Napoli”, Napoli 1971 vol. III; G.C. Alisio, Urbanistica napoletana del Settecento, Napoli 1979, pag. 12; C. De Seta, Napoli, Bari 1981, cap. VII.
3 Cfr. sull’argomento R. Pane, Architettura dell’età barocca in Napoli, ivi 1939, cap. II; R. Mormone, Architettura a Napoli 1650-1734 in “Storia di Napoli” 1970, vol. VII pagg. 1057-1153; C. De Seta, Storia della città di Napoli, cit., pagg. 329-331; A. Blunt, Neapolitan baroque and rococò architecture, Londra 1975 pagg. 33-35; G.C. Alisio, op. cit., pagg. 14-15.
4 G.C. Alisio, op. cit., pagg.15-16; R. Pane, Architettura dell’età barocca, cit., pagg.171-197.
© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “L’EDILIZIA CIVILE A SORRENTO”, discussa dal Dott. Paolo Ziino, nell’ anno accademico 2000/2001 presso la Facoltà di Lettere dell’ Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli (Corso di laurea in conservazione dei beni culturali). Relatore Prof. Francesco Divenuto.
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