14) Sorrento e il Barocco napoletano
3.2 Le trasformazioni urbanistiche, la Casa del Tasso ed i primi influssi del barocco napoletano a Sorrento
Anche Sorrento dovette affrontare momenti difficili durante tutto il XVI secolo. Spossata dalle frequenti incursioni saracene, di cui la peggiore fu quella del 1558 e dalle epidemie, la città si avviò nella seconda metà del Cinquecento, alla prima opera di ricostruzione e risanamento della cinta muraria. Grazie all’ingegnere Pedro Trevigno, si rinforzarono i tratti più antichi delle mura, si conservarono le due torri, il castello e probabilmente tutte le porte. La parte meridionale invece, fu ricostruita con una serie di cortine e bastioni che in parte, ancora oggi si possono ammirare, grazie all’opera di restauro del secolo precedente(3). Ma sicuramente il Cinquecento è stato un secolo determinante per alcune trasformazioni urbanistiche avvenute in alcune zone del centro storico e che interessarono, le fabbriche religiose e le civili(4). Per quel che riguarda gli edifici civili del periodo, la Casa del Tasso era sicuramente uno degli esempi interessanti del gusto rinascimentale. Non dobbiamo dimenticare che la fama di Sorrento nel mondo è nota anche grazie al poeta Torquato Tasso che vi nacque l’11 marzo 1544. Al Tasso infatti sono dedicate una strada, un monumento, una scuola e la piazza principale. La villa, che sorgeva probabilmente sui ruderi di una preesistente villa romana, era un’antica proprietà di una nobile famiglia sorrentina, i Mastrogiudice. Essa era posta sul “prospetto”(5), cioè quel tratto di costa che va dall’ albergo Syrene alla chiesa di S. Francesco, ma di quella casa a picco sul mare, non resta che una stanza con due archi e una balconata. Verso la metà dell’XVIII secolo, infatti, la parte di essa che sporgeva, precipitò in mare con il costone tufaceo su cui era poggiata. Sul “prospetto” in epoca successiva e tutt’ora esistente, è sorto l’ albergo Tramontano, che ha assorbito il poco che era rimasto di quella casa, così come ha inglobato opere laterizie assai vaste, mura in reticolato, capitelli corinzi ed altri ruderi della villa romana che vi preesisteva e che forse era soltanto una continuazione della grande villa di Agrippa Postumo. L’unica opportunità che ci è rimasta di poter ammirare la casa del Tasso prima della sua distruzione, ci è offerta da un dipinto del Duclére, (Fig.14), conservato nel cittadino Museo Correale. Per quel che riguarda le vicende del nuovo secolo, la situazione politica e sociale della capitale del regno rimase quasi immutata. L’aumento demografico, l’ostinazione nell’emanare le prammatiche sanzioni, ed i continui dissidi fra i nobili e la plebe, resero difficile l’opera di bonifica e di riordinamento sociale(6). Il momento più critico, nella prima metà del Seicento fu la rivoluzione del 1647, che vide le due grandi classi napoletane, la nobiltà ed il popolo, battersi strenuamente tra di loro. Ristabilito il potere spagnolo, un’altra minaccia incombeva sulla città, ovvero la grande peste del 1656, che decimò gran parte della popolazione(7). L’eco degli avvenimenti napoletani, giunse fino in Penisola Sorrentina, dove si verificò sia un generale movimento antispagnolo, nel 1648, con l’episodio di Giovanni Grillo, appoggiato dal popolo di Piano di Sorrento e Massa Lubrense nel tentativo di conquistare Sorrento, dove i nobili erano fedeli al governo spagnolo,(8) sia con l’inevitabile contagio della pestilenza, provocando la morte di circa duemila persone. Ma nonostante questa serie di eventi negativi, Sorrento non cessò di essere un centro urbano di spicco tra le città della provincia. E’ proprio l’influsso del barocco napoletano ad apportare un volto nuovo alla città per tutto il XVII secolo: infatti molte delle chiese e degli edifici già esistenti, furono sottoposti ad ulteriori lavori di ammodernamento secondo il nuovo gusto che prediligeva sfarzo e opulenza nell’arredo, con stucchi e marmi policromi. Probabilmente, la causa di tante ricostruzioni, fu anche il susseguirsi di terremoti che danneggiarono numerose chiese ed edifici. Ma dove Sorrento ha conservato intatto maggiormente il suo fascino barocco, è in alcuni edifici civili del centro storico. Forme locali e aspetti già noti dell’ edilizia napoletana, si coniugano in perfetta sintonia, come nell’imponente e singolare portale seicentesco in via S. Cesareo n. 81 a bugne alterne di botti e fioroni, (Foto 3) che si apre di fronte alla fontanina di stampo fanzaghiano (Foto 4) presso la chiesa dell’Addolorata. Fra queste, la maggiore testimonianza di queste forme è sicuramente il palazzo di Cornelia Tasso, sorella del più famoso Torquato.(9)
Note:
3 B. Capasso, Tasso cit., pag. 47; A. Di Leva, op. cit., pag. 55-58.
4 C. De Seta, op. cit., pagg. 250-255.
5 B. Capasso, op. cit., pagg. 94-95.
6 Più che preoccuparsi del risanamento pubblico, il governo diede la precedenza alla costruzione di edifici di rappresentanza, mentre le fabbriche religiose proliferavano sempre di più. Cfr. G. Coniglio, Il viceregno di Napoli nel secolo XVII. Notizie sulla vita commerciale e finanziaria, Roma, 1955, pagg. 77-80; G. Galasso, Mezzogiorno cit., cap. IV; G. Galasso, Dal comune medievale all’Unità, Bari 1969, pagg. 130-139; C. De Seta, op. cit., pagg. 267-268.
7 C. De Seta, ibidem, pagg. 267-269, pagg. 305-306.
8 L’ assedio di Sorrento, ben presto, cessò grazie all’intervento delle truppe vicereali e quando giunse la notizia della fine della rivolta a Napoli, i rivoltosi si arresero temendo una vendetta spagnola. Cfr.V. Russo, Sorrento e la sua penisola cit., pagg. 23-25.
9 B. Capasso, Tasso cit., pag
© Testo integralmente tratto dalla Tesi di Laurea intitolata “L’EDILIZIA CIVILE A SORRENTO”, discussa dal Dott. Paolo Ziino, nell’ anno accademico 2000/2001 presso la Facoltà di Lettere dell’ Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli (Corso di laurea in conservazione dei beni culturali). Relatore Prof. Francesco Divenuto.
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